tre anni dopo il terremoto
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tre anni dopo il terremoto
L’AQUILA. Venerdì prossimo la tragedia aquilana compirà il suo triste terzo anno. La città è ancora paralizzata, 1.550 attività a rischio chiusura, il centro storico deserto. Solo i processi vanno spediti per la loro strada. Meno della metà dei cantieri è stato aperto, il 70% degli aquilani soffre di depressione. Sullo sfondo il governo tecnico di Mario Monti che infonde un cauto ottimismo. Le risorse complessive stanziate, tra emergenza e ricostruzione, ammontano a 10,6 miliardi di euro; sono 11 mila i cantieri aperti al di fuori dei centri storici; 211 mila tonnellate di macerie rimosse su un totale di quattro milioni. La vita non è più nei centri storici, dove era fino a prima del 6 aprile 2009. Oggi, solo all'Aquila, su una popolazione di oltre 72 mila residenti, 21.791 vivono ancora in alloggi a carico dello Stato. Oltre 7 mila persone abitano nei Map (Moduli Abitativi Provvisori, ossia le casette di legno), 573 nelle case in affitto concordato con la Protezione Civile, 630 attraverso il fondo immobiliare. Ci sono ancora 314 persone in albergo e nella caserma della Guardia di Finanza. Ma il grosso, quasi 13 mila cittadini, si trova nel Progetto Case, le 19 cosiddette new town fatte costruire in tempi record da Berlusconi, con cantieri aperti giorno e notte, costate 2.700 euro al mq. A conferma di quanto sia difficile ricostruire la rete sociale c'é un'indagine effettuata a fine 2011 nell'ambito del Programma di supporto psicosociale e tutela della salute mentale per l'Emergenza sisma (Spes): il 70% degli aquilani è affetto da una depressione silente che provoca una costante sensazione di tristezza, apatia, scoraggiamento e insoddisfazione.Una tragedia che non si esaurisce con la burocrazia congelata della ricostruzione ma che è permeata profondamente dentro il tessuto sociale aquilano. Il terremoto e tutto quello che alla tragedia è collegato ha cambiato profondamente il volto della nostra regione che si è trovata al centro dell'attenzione internazionale dei maggiori Paesi e destinataria di una beneficienza (spesso solo promessa) planetaria. La stessa attenzione all'Abruzzo è stata dedicata dalle organizzaioni criminali che stanno mettendo le mani sul cantiere più grande d'Europa. Tutto questo ha cambiato e cambierà profondamente l'Abruzzo che per assurdo deve fare i conti con la città de L'Aquila che invece è rimasta inchiodata al 6 aprile con il centro storico inagibile, la periferia stravolta ed i residenti ancora nelle moderne baracche.
Tratto dalla rivista on line prima da noi link http://www.primadanoi.it/news/525966/Tre-anni-di-terremoto-l-Abruzzo-%C3%A8-cambiato-L-Aquila-%C3%A8-rimasta-immobile--.html
Tratto dalla rivista on line prima da noi link http://www.primadanoi.it/news/525966/Tre-anni-di-terremoto-l-Abruzzo-%C3%A8-cambiato-L-Aquila-%C3%A8-rimasta-immobile--.html
zìmax- MOTOTURISTA
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Re: tre anni dopo il terremoto
purtroppo tutto questo l'ho notato di persona, poi avendo anche parlato con alcuni abitanti ho avuto modo di conoscere una realtà nascosta... e quì mi fermo
apara- MOTOTURISTA ESPERTO
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Re: tre anni dopo il terremoto
Benfatto a postarlo Zimax
Giusto per non dimenticare che per le feste pasquali ci sono italiani che ancora soffrono.
Giusto per non dimenticare che per le feste pasquali ci sono italiani che ancora soffrono.
Pakka- MOTOTURISTA ESPERTO
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Re: tre anni dopo il terremoto
Bravo ZIMAX per averlo ricordato Comunque io ho visto il film DRAQUILA!!!!!!!
Tuchi- MODERATORE
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Re: tre anni dopo il terremoto
se pensiamo che ci sono ancora persone del terremoto del Belice degli anni 60 ancora nelle baracche capiremo come funzionano queste cose in Italia.
Spero che pero'la cosa possa cambiare appunto incominciando dagli ultimi che hanno passato dall'inferno.
Enzo
Spero che pero'la cosa possa cambiare appunto incominciando dagli ultimi che hanno passato dall'inferno.
Enzo
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